
Cinque senatori statunitensi – due repubblicani e tre democratici – hanno ripresentato una nuova versione dell'Open App Markets Act, un disegno di legge pensato per limitare il controllo esercitato da Apple e Google sui rispettivi store di applicazioni. Il provvedimento mira a favorire una maggiore concorrenza, seguendo una linea simile a quella tracciata dal Digital Markets Act in Europa.
Finora, l’unico successo – parziale – contro Apple è stato ottenuto da Epic Games, che ha costretto l’azienda di Cupertino a consentire agli sviluppatori l’inserimento di link verso sistemi di pagamento alternativi all’interno delle app. In Europa, invece, il Digital Markets Act è già operativo e impone obblighi stringenti ai cosiddetti "gatekeeper".
La prima proposta dell'Open App Markets Act risale al 2021 e, dopo essere stata approvata dalla Commissione Giustizia del Senato nel 2022, era stata accantonata anche a causa dell’intensa attività di lobbying da parte delle big tech. Oggi, i senatori Marsha Blackburn, Richard Blumenthal, Mike Lee, Amy Klobuchar e Dick Durbin rilanciano il testo con una nuova formulazione.
Secondo i promotori, Apple e Google mantengono un controllo troppo rigido sui propri app store, ostacolando la concorrenza e limitando la libertà di scelta per i consumatori. Apple, in particolare, vieta l'utilizzo di store alternativi e sistemi di pagamento diversi dal proprio. La nuova legge, se approvata, si applicherà alle piattaforme con almeno 50 milioni di utenti mensili.
Tra gli obblighi previsti:
- possibilità per gli sviluppatori di comunicare prezzi più convenienti;
- supporto al sideloading delle app;
- apertura agli store di terze parti e ai metodi di pagamento alternativi;
- facoltà per gli utenti di scegliere le app predefinite e disinstallare quelle preinstallate;
- divieto per Apple e Google di riservare vantaggi alle proprie app rispetto alla concorrenza.
Tim Sweeney, CEO di Epic Games, ha accolto con favore il ritorno del disegno di legge. Tuttavia, è probabile che ricomincino le pressioni da parte delle grandi aziende per bloccarne l'approvazione. Rispetto al 2021, però, il contesto normativo è cambiato: l'entrata in vigore del Digital Markets Act in Europa rappresenta un precedente significativo, e il rischio per Apple e Google oggi è decisamente più concreto.