
“Gli esseri umani non serviranno per la maggior parte delle cose.” È questa la previsione – tanto audace quanto inquietante – che Bill Gates ha condiviso durante un’intervista con il conduttore Jimmy Fallon. Secondo il fondatore di Microsoft, l’intelligenza artificiale è destinata a cambiare radicalmente il mondo del lavoro, assumendo molti dei compiti oggi svolti dagli esseri umani.
Nel corso della conversazione, Gates ha parlato di una futura “intelligenza libera”, un’epoca in cui strumenti basati sull’IA offriranno servizi altamente specializzati – come consulenze mediche o supporto educativo – in modo gratuito e accessibile su larga scala. Una rivoluzione che, secondo lui, potrebbe concretizzarsi già nel prossimo decennio.
La visione del magnate si muove tra entusiasmo e preoccupazione. Da un lato, l’IA potrebbe rappresentare un’enorme opportunità per ampliare l’accesso a cure e formazione, in particolare nei contesti dove oggi scarseggiano. Dall’altro, la velocità con cui la tecnologia sta avanzando lascia spazio a timori legati all’impatto sociale e occupazionale.
Non tutti gli esperti, infatti, condividono la visione ottimistica. Alcuni sostengono che l’IA affiancherà il lavoro umano, rendendolo più efficiente. Altri, come Mustafa Suleyman, CEO della divisione AI di Microsoft, prevedono invece una sostituzione vera e propria. Nel suo libro The Coming Wave, Suleyman parla di un impatto “enormemente destabilizzante” per il mercato del lavoro, pur riconoscendo potenziali benefici economici nel breve periodo.
Gates, che da anni segue da vicino lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, si è detto lui stesso sorpreso dai progressi raggiunti. Ha citato il caso di un modello sviluppato da OpenAI, capace di superare un esame avanzato di biologia in pochi mesi – molto prima di quanto gli esperti avessero previsto.
Nonostante tutto, alcune attività umane potrebbero rimanere irrinunciabili, come lo sport o la creatività. Ma per il resto – “fare cose, muovere cose e coltivare cibo”, ha detto Gates – è probabile che le macchine prendano sempre più il sopravvento.
Di fronte a questo scenario, il mondo si trova a un bivio. E la domanda non è più se l’IA cambierà il nostro modo di vivere, ma come definiremo il valore umano in un futuro dominato dalle macchine.