
Cloudflare ha pubblicato un’analisi dettagliata sulle cause del blackout che il 18 novembre ha messo in difficoltà migliaia di piattaforme e servizi in tutto il mondo. L’azienda ha spiegato che l’origine del disservizio va ricercata in una modifica di configurazione introdotta nei propri sistemi di rete, propagata più rapidamente del previsto e senza i consueti controlli automatici. Tale aggiornamento ha innescato un effetto domino, generando congestione e tempi di risposta anomali nei nodi critici della propria infrastruttura.
Il problema, inizialmente circoscritto, si è esteso in pochi minuti, provocando interruzioni diffuse e rallentamenti percepiti dagli utenti come un vero e proprio blackout. I team tecnici di Cloudflare sono intervenuti immediatamente, ripristinando le configurazioni precedenti e stabilizzando gradualmente la rete fino al ritorno alla piena funzionalità.
Nel comunicato, la società ha sottolineato di aver avviato una revisione interna dei processi di distribuzione delle configurazioni, con l’obiettivo di rafforzare i sistemi di verifica preventiva. Inoltre, verranno introdotti nuovi livelli di controllo per impedire che un singolo errore possa propagarsi su vasta scala. Cloudflare ha espresso rammarico per i disagi causati e ha ribadito il proprio impegno a migliorare l’affidabilità della piattaforma attraverso misure tecniche e operative più rigorose.