
È ormai un gesto quotidiano: entriamo in un bar, in una stazione o in un aeroporto, e la prima cosa che facciamo è connetterci al Wi-Fi gratuito. Una comodità indiscutibile, ma dietro questa apparente innocenza si nasconde un pericolo spesso sottovalutato. Il Wi-Fi pubblico, infatti, può trasformarsi in un vero e proprio terreno di caccia per i cybercriminali.

Le reti wireless aperte, accessibili senza password o con chiavi condivise da centinaia di utenti, rappresentano un punto debole per la sicurezza digitale. In questi ambienti, i dati viaggiano spesso in chiaro, senza crittografia, rendendo possibile per un malintenzionato intercettare informazioni personali come credenziali di accesso, numeri di carte di credito o conversazioni private.
Â
Una delle tecniche più comuni è l’attacco “man in the middleâ€, in cui l’hacker si inserisce tra l’utente e il router, spiando e manipolando il traffico dati. Ancora più subdola è la creazione di reti Wi-Fi “gemelleâ€, con nomi simili a quelli ufficiali: basta un click sbagliato per connettersi al network sbagliato e consegnare inconsapevolmente le proprie informazioni sensibili.
Â
Gli esperti di sicurezza informatica raccomandano prudenza. Connettersi a reti pubbliche solo per operazioni non delicate, evitare l’accesso a servizi bancari o email aziendali, e utilizzare una VPN (Virtual Private Network) per cifrare il traffico. Anche disattivare la connessione automatica ai Wi-Fi aperti è una semplice misura che può fare la differenza.
Â
Il paradosso del Wi-Fi pubblico è evidente: ciò che nasce per facilitare la connessione può diventare uno strumento di vulnerabilità . In un mondo sempre più digitale, la consapevolezza rimane la prima forma di difesa. Connettersi sì, ma con intelligenza — perché la libertà di navigare non deve trasformarsi in una trappola invisibile.